top of page
  • Immagine del redattoreMapo

Musica popolare, tradizionale, folk, world music…?

Prima parte

 

Ve lo ricordate Caravan petrol di Renato Carosone? E in particolare la sezione strumentale finto-tribale? Io avevo pochissimi anni e a casa mia si suonavano i dischi di Carosone ma per qualche motivo quel pezzo mi piaceva più di tutti. Credo sia stata la mia prima esposizione a musica di sapore “etnico”.



Ero più grande, ma ancora un ragazzino, quando con i miei genitori andammo a vedere un concerto della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Fu folgorazione: ero affascinato dalla musica ma ancora di più dagli strumenti per me sconosciuti che suonavano.



Poi cominciai a comprare dischi o a copiarli su cassetta da quelli degli amici. Mi piacevano il rock progressive e i cantautori, ma adoravo anche Inti Illimani, Musica Nova, NCCP, il primo Bob Dylan, Alan Stivell, Chieftains, Bob Marley e in generale anche nel rock mi attiravano molto le commistioni con le musiche tradizionali. Un esempio meraviglioso e per certi versi insuperato di questo tipo di commistione è 'Within you Without you' da Sgt Peppers dei Beatles.


Gli Area furono un altro choc, e anche in questo caso i pezzi che mischiavano innovazione e musica tradizionale come “Luglio, agosto e settembre nero” erano i miei preferiti.



Dopo il diploma con il mio buon biglietto inter rail in tasca iniziai a suonare in strada in giro per l’Europa, da solo o in compagnia di altri assurdi personaggi (erano proprio gli anni in cui è uscito Ricomincio da tre di Troisi, e noi quel tipo di ragazzi eravamo) munito di chitarra 12 corde, mandolino e repertorio NCCP e Musica nova. Su un telo steso a terra davanti a me avevo scritto: “Music from the south of Italy”.



Intorno ai 20 anni durante un'occupazione universitaria assistetti a un concerto dei Zezi di Pomigliano d’Arco. Quest’orda di chiattoni e la loro musica/teatro popolare mi iniziò al suono delle tammurriate tradizionali e non potevo immaginare allora quanto avrei in seguito lavorato insieme a loro.



Nel frattempo mi arrivavano nuove poderose suggestioni dall'universo jazzistico come Weather Report o Shakti di John McLaughlin, ma entravano gli anni ‘80 e imparammo una parola nuova: 'World music'. Finita la spinta degli anni ‘60 e ‘70, dopo la tabula rasa del punk, mentre prendeva forma la scena new wave, musicisti da tutto il mondo cominciarono a rinnovare il proprio linguaggio attingendo ai linguaggi e alle sonorità delle musiche tradizionali del mondo. Peter Gabriel, Stewart Copeland dei Police, Paul Simon, Johnny Clegg, ma anche De Andrè con Crêuza de mä del 1984, alcuni esprimendo una ricerca autentica e talvolta entusiasmante, altri più superficialmente rubacchiando sonorità "esotiche" e spalmandole qua e la nelle loro canzoni crearono un vero e proprio mercato discografico, aprendone le porte allo stesso tempo ad artisti non occidentali che spesso, aspirando al ruolo di star globali, diluivano i propri stili tradizionali in direzione pop come ad esempio Youssou N'Dour, Ladysmith Black Mambazo, Papa Wemba.



La definizione "world music" è fin dall'inizio stata percepita in maniera problematica. La giornalista Anastasia Tsioulcas affermò: «A nessuno piace il termine 'world music', anche all'interno della stessa comunità 'world music'. Ricorda tutti quei tipi di gravi problematiche, dal colonialismo culturale alle questioni su che cosa sia 'autentico' e cosa non lo sia (e chi possa vigilare su tali questioni), e fa rientrare a forza all'interno della categoria di 'altro di esotico' un incredibile assetto di stili che non hanno niente in comune. Cos'altro da aggiungere: credo che nelle menti di molte persone, la 'world music' significhi una specie di worldbeat fusion letterlamente brutta, una brodaglia hippy. È una definizione problematica e orribile che non soddisfa assolutamente nessuno.»

David Byrne, ex Talking Heads, scrisse sul New York Times un articolo dal titolo "'I Hate World Music" in cui affermava: "Nella mia esperienza, l'uso del termine world music è un modo per liquidare gli artisti o la loro musica come irrilevanti per la propria vita. È un modo per relegare questa "cosa" nel regno di qualcosa di esotico e quindi carino, strano ma sicuro, perché l'esotico è bello ma irrilevante; sono, per definizione, non come noi. Forse è per questo che odio il termine. Raggruppa tutto e tutto ciò che non è "noi" in "loro". Questo raggruppamento è un modo conveniente per non vedere una band o un artista come un individuo creativo, anche se da una cultura in qualche modo diversa da ciò che si vede nella televisione americana."


Tanto ci sarebbe da dire sull'argomento, ma tornando a noi giovanotti degli anni '80 della periferia meridionale della periferia dell'impero, questo significava che c'era un sacco di musica nuova da scoprire: nascevano etichette specializzate e collane di pubblicazioni "world" e, come avete capito, questo poteva dire tutto e niente, da raccolte di materiale tradizionale autentico delle più svariate tradizioni popolari o colte (non esiste solo la musica colta occidentale, anche altre civiltà hanno un patrimonio classico non di matrice popolare) fino a fusioni pop. E il filone worldbeat, più o meno elettronico. E iniziavo a fare musica più seriamente: ricordo che a un certo punto mi diedi anche dei canoni estetici e culturali molto rigorosi. Il mio personale e ingenuo manifesto era: 'voglio fare musica assolutamente moderna, ma come se il colonialismo culturale che subiamo da decenni non fosse mai esistito. Il mio orizzonte è il Mediterraneo'.

Ascoltando, suonando, sperimentando e iniziando a lavorare nella musica arrivano gli anni '90. Ma io divido questo racconto in due parti e vi do appuntamento a fra poco: parleremo della stagione dei grandi festival (anche qui da noi) di world music, delle tammurriate che si spostano dalle campagne alle piazze del centro storico, di Zezi e Real World, di quello che mi verrà in mente e un pochino anche di me che stavo in mezzo a parecchie robe...



 

Massimo D'Avanzo è un musicista e tecnico del suono. Appassionato di strumenti musicali tradizionali di cui possiede un'ampia collezione e che ora utilizza nei WUM

38 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comentários


bottom of page